martedì 21 novembre 2017

Le 10 cose che facciamo su un sito di shopping online

Oggi tratterò un argomento a me molto vicino: lo shopping online.

Croce e delizia del nuovo millennio (e mia),  l'acquisto su piattaforme di e-commerce ha cambiato la vita di molti di noi, ma il metodo di approccio è sempre lo stesso: scetticismo iniziale, entusiasmo per la comodità e malattia totale (al momento sto cercando di uscire dal tunnel pericolosissimo di Zalando); non mi soffermerò neanche ad elencarvi i siti a cui sono iscritta, lo spazio non basterebbe.
Nel bene o nel male tutti noi appena apriamo un sito come Amazon pensiamo le stesse cose, quindi ecco a voi le 10 cose che facciamo su un sito online spiegate tramite un vero ed ansiogeno countdown.

10) "Ok, questa volta do un'occhiata e basta"
Alzi la mano chi non ha mai detto questa enorme bugia selezionando dalla lista dei preferiti dei siti di shopping (perchè si, lo so che almeno Amazon è nell'elenco dei negozi più visitati). Ogni volta sentiamo il bisogno di raccontarci che è la volta buona, che non inseriremo niente nel carrello. Bugia tremenda bugia.

9) "Al massimo prendo solo qualcosa di assolutamente necessario"
Altra grande bugia che ci dobbiamo raccontare per sentirci a posto con noi stessi. Il concetto di acquisto "assolutamente necessario" è decisamente relativo: un elettrodomestico, una stampa da mettere in una stanza, un pregevolissimo acchiappa polvere a forma di Peppa Pig... non possiamo mai sapere con certezza cosa il nostro cervello riterrà necessario, però il quel momento qualsiasi cosa diventa essenziale (maledetti cookies che tenete in memoria tutti i miei gusti).

8) "Bello questo, lo aggiungo alla lista dei desideri"
Chi non ha una lista dei desideri? Io ho oggetti parcheggiati da anni nelle mie, in attesa che abbia il coraggio di inserirli nel carrello (o che arrivi il giorno degli sconti per comprarli al volo). La lista dei desideri è un paese dei balocchi, dove tutto è possibile (anche perchè non comparirà mai il totale di quello che potremmo spendere) e accessibile. Da lì all'insicurezza del carrello il passo è breve.

7) "Se compro qualcosa non deve superare i 20 euro"
Ah, stolti. Impostare il filtro di ricerca per il prezzo (soprattuto se parliamo di siti di abbigliamento) non può salvarvi dal disastro: ingolosito dalla pochezza del prezzo, il nostro istinto prende il sopravvento ed inizia a riempire il carrello di articoli scontatissimi, peccato che il totale potrà solo che costringerci ad iniziare l'angosciante  balletto del "oddio, tengo questo o questo?".

6) "Va bene, mettiamo tutto nel carrello e vediamo quanto mi verrebbe a costare"
Questo punto è strettamente collegato al precedente. Non potendone più di aggiungere articoli alla nostra lista, decidiamo di sfidare la sorte e inseriamo alcuni futuri acquisti nel carrello, dove le cose si fanno più concrete e serie, perchè nel carrello parliamo veramente di soldi e magicamente non tutto sembra così necessario.

5) "Quanto mi è rimasto sulla carta?"
Passo fondamentale verso l'oblio è il controllo del plafond della carta (o la disponibilità del conto Paypal) per capire se quell'ordine può diventare nostro oppure no. Insieme al conteggio del plafond facciamo rapidamente altri conti: quanto ho già speso, quali rate passeranno sul conto e se ci sono altri pagamenti che devono entrare sul conto a breve. Tutto questo durerà solo un minuto ed è proprio questo il momento in cui un semplice ordine può diventare nostro o tornare sugli scaffali del sito.

4) "Si, ne ho assolutamente bisogno, non posso vivere senza; lo compro"
Il momento il cui si schiaccia il tasto "Acquista" è il più terrificante e gratificante di tutto il processo. L'acquisto da una scossa di euforia, perchè FINALMENTE hai anche tu il presepe di Capodimonte (cit) necessario per la tua esistenza. Dopo l'indirizzo di spedizione e fatturazione arriva il conferma: è fatta, hai ufficialmente comprato anche se non volevi.

3) "Oddio, ma perchè?"
Questo è un pensiero che arriva dopo solo certi tipi di acquisti, di cui ci pentiamo (solitamente il rimorso arriva ovviamente dopo il tempo disponibile per annullare il tutto); l'ultima volta che mi è successo sono stata male, non riesco ancora a parlarne.

2) "E' arrivato il pacco! Finalmente!"
Pentiti o no dell'acquisto, quando arriva il corriere corriamo fuori casa manco ci stessero inseguendo. Tenere il pacchetto in mano da un brivido di gioia, di entusiasmo che si spegne nel momento in cui mettiamo via tutto l'incartamento che protegge i nostri acquisti. Poco dopo siamo tornati esattamente nella condizione iniziale, ma con un tarlo che ci distrugge la testa: abbiamo disperatamente bisogno di qualcosa e quindi cosa si fa?

1) "Ok, questa volta do un'occhiata e basta"
Tornare al punto numero 10 e rileggere da capo.

Maniaci di shopping online, quali sono i vostri sentimenti durante gli acquisti?

sabato 11 novembre 2017

Le 10 sigle dei cartoni animati più belle di sempre

Torno a scrivere le mie meravigliose classifiche perché ho ascoltato la nuova raccolta di Cristina D'Avena "Duets - Tutti cantano Cristina", dove lei duetta con i big della musica di oggi.
Non mi soffermerò sull'album (anche perché alcune canzoni volevo cantarle io con te Cristina), ma volevo condividere con voi le dieci sigle di cartoni più belle secondo il mio insindacabile giudizio; alcune sono rimaste fuori dalla nuova raccolta e io volevo fare giustizia.



1) Sailor Moon
Come non poter iniziare la classifica con Sailor Moon che è qui per punirci in nome della Luna (cit)? Le guerriere salir sono state una costante della mia infanzia, sia nei pomeriggi passati a guardare Bim Bum Bam sia nei giochi con le amiche (non mi hanno mai fatto fare Sailor Moon, è un trauma che ancora non ho superato). La prima sigla della guerriera della Luna e delle sue amiche prende subito dal primissimo attacco ed è un crescendo: al ritornello di solito si perde il controllo.
Qui la versione originale. 
La nuova versione ci fa sentire Cristina che duetta amabilmente con Chiara e vi consiglio caldamente di ascoltarla, è meravigliosa.

2) Pollon
Pollon è un altro pilastro della mia infanzia. Per anni ho cantato la sua canzoncina "sembra talco, ma non è" senza sapere cosa stavo dicendo; era un cartone simpatico e la sigla ti metteva subito a posto con te stesso. Il ritmo è bello cadenzato, non cambia mai ed è per questo che è così bella.
Qui la versione originale.
Nella nuova versione Cristina si fa accompagnare da J-Ax e io ho ancora dei sentimenti contrastanti a riguardo.

3) Una spada per Lady Oscar
Mademoiselle Oscar l'ho bistrattata per qualche anno, non riuscivo a comprendere appieno la meraviglia di questo cartone. Ho sempre però apprezzato la sigla: una marcia energetica che ti prepara al ritornello più sentito di sempre.
Qui l'originale.
In Duets Cristina canta le avventure di Madamigella Oscar con Noemi, altro pezzo da non perdere assolutamente.

4) Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo
Ammetto di non aver mai visto questo cartone. Ho scoperto la sigla preparando un CD (ebbene si, avete letto bene, un CD) per le vacanze in Sardegna del 2016. Ho messo tutte le sigle possibili dei cartoni e dentro a tante raccolte della Divina c'era anche questa canzone. Mi ha conquistato subito. Continuo a non sapere di cosa parli il cartone, ma la sigla la so a memoria.
Qui l'originale. Malgrado l'alta considerazione che ho di questa sigla questa non compare nell'elenco delle 16 canzoni di Cristina, peccato.

5) Jem
Jem e le Hologram sono il motivo per il quale io canto in un gruppo, sappiatelo. Ho sempre voluto chiome colorate e pubblico in delirio perché "sono una cantante, bella e affascinante  e canto il rock 'n' roll". Super eleganti, le Jem sono le glam rocker dei cartoni.
Qui la versione originale.
Le Jem sono state rivisitate da Cristina con l'aiuto di Emma e sono diventate ancora più potenti.

6) Batman
Grande assente è proprio lui, l'uomo pipistrello (è Batman! cit). Dimenticata da molti, ma non da me, questa è una di quelle sigle che strano in testa e ci rimangono per anni; cliccate qui per provare, a vostro rischio e pericolo.

7) Che campioni Holly e Benji
Campioni indiscussi di tutto, dal campo alla sigla di apertura del cartone. Le avventure dei campioni giapponesi mi hanno entusiasmato, mi hanno fatto quasi credere che il Giappone potesse davvero vincere i mondiali. Poco si può dire di questa sigla meravigliosa, bisogna solo ascoltarla.
Benji & Fede accompagnano Cristina nella nuova raccolta ed è venuta fuori una canzone un pò diversa, che devo riascoltare ancora parecchie volte per riuscire a dare un giudizio.

8) Vola mio Mini Pony
L'assenza dei pony colorati dalla nuova raccolta della Divina mi ha un pò spiazzato: certo, la trama del cartone non è profondissima, ma vogliamo parlare della potenza della sigla? Mette subito di buon umore! Ha anche un altro fantastico pregio: al posto di pony si può mettere qualsiasi parola e la sigla funziona comunque. Eccola qui, fate pure tutte le prove che volete.

9) Ti voglio bene Denver
Denver è un altro grande assente e per tutti i fossili (cit) doveva davvero esserci nella lista dei 16 duetti. Le avventure del cucciolo verde senza età venivano introdotte da una sigla che faceva scatenare e cantare tutti (dite la verità, state già cantando nella vostra testa). Rendiamole giustizia e ascoltiamola qua a volume stellare.

10) E' quasi magia Johnny
Questa sigla e il suo ritmo non hanno bisogno di spiegazioni, va solo ascoltata (anche lei) ad un volume assurdo. Preparatevi ad urlarla a squarciagola qua.
In Duets Cristina la canta con i La Rua ed anche questa è da ascoltare a tutto volume!

E' stato difficile selezionarne solo 10, davvero difficile. E le vostre preferite quali sono?
Nel frattempo comprate e/o ascoltate su Apple Music/Spotify Duets - Tutti cantano Cristina che ne vale davvero la pena! 

n.d.r: nota d'onore va a "Siamo fatti così" con Elio. Ascoltatela e poi mi direte.

giovedì 1 dicembre 2016

10 ansie pre-natalizie che non ci abbandoneranno mai.

L'aria sta diventando fredda e frizzante, se la si respira bene a pieni polmoni si sente chiaramente che il periodo natalizio è alle porte con le sue canzoni martellanti e i suoi babbi natale penzolanti dai balconi. Ho pensato che fosse il periodo giusto per tornare con una lista, come al solito non chiesta, di ansie che affliggono l'essere umano al pensiero del Natale.

1) Regali.
Il primo pensiero che genera ansia e disperazione è sicuramente quello dei regali. Cosa fare, a chi farli...un turbinio di emozioni dal quale è difficile riuscire ad uscirne sani (e con ancora tutti gli amici).  Iniziamo a pensarci più o meno un mese prima, ci facciamo uno schema mentale e ci ripromettiamo di comprare i regali con anticipo "così sono tranquillo e non devo fare tutto all'ultimo?"; alzi la mano chi, almeno una volta, ha infranto la promessa (io ho un record personale di svariate vigilie di Natale all'insegna dello shopping disperato).

2) "Che regalo vuoi a Natale?"
Insieme al pensiero dei regali per gli altri, la costante ed ossessiva domanda di parenti ed amici per sapere cosa desideriamo mi fa cadere in uno stato di paranoia/panico senza precedenti. Passiamo metà del nostro tempo a desiderare cose, ma alla domanda "che regalo vuoi?" il nostro cervello smette di dare segnali di vita, lasciando solo spazio alla disperazione e al non saper formulare un desiderio, aumentando in modo desolante l'ansia da "o mio dio, ora cosa mi trovo sotto l'albero?". Volete la risposta? Niente, perché "Eh, non sapevo cosa prenderti. Andiamo insieme e scegli qualcosa tu".

3) L'albero e il presepe.
Il Natale in casa inizia davvero solo quando si tirano fuori gli addobbi. Ogni zona d'Italia ha un momento preciso per tirare fuori albero e presepe e far respirare alla casa la magica aria del Natale. Io, seguendo alla lettera la tradizione, vado a scovare l'albero e il presepe il 7 Dicembre. Si, ho detto scovare, perché nulla è mai dove l'ho lasciato l'anno prima. Sorvoliamo sulla condizione della confezione dell'albero (finto da quando me lo sono tirata addosso a 3 anni) e dal fatto che ogni anno le decorazioni, nonostante foto e impegno, non vengono mai come voglio e concentriamoci sulle luci che accompagnano le decorazioni; quando le si toglie si sta molto attenti a non ingarbugliarle, ma magicamente quando le si toglie un anno dopo si trovano nodi che neanche una marinaio può sciogliere. Personalmente ho un attimo di panico ogni volta che faccio la prova per vedere se vanno tutte le lampadine perché poi, puntualmente, sbaglio la lunghezza del filo e l'albero sembra arrivare direttamente da pianeta degli alberi di natale tristi.


4) Le luminarie in città.
Le luminarie sono i segno che lo shopping natalizio deve incominciare. Teoricamente seguono anche loro le tradizioni, ma ultimamente le si possono vedere già montate e luccicanti da metà Novembre in poi, pronte a ricordarci che il Natale si avvicina, che un altro anno se ne va e che i nostri buoni propositi sono andati a farsi benedire; questo è un ragionamento tipico che si forma nella mia testa quando vedo la prima luminaria accesa della stagione.



5) Cena della vigilia? Pranzo di Natale?
Natale non si festeggia solo il 25 con l'apertura dei regali, ma si festeggia a tavola per giorni. Le tradizioni sono diverse, ma di norma si iniziano le danze con la cena della vigilia e si continua il giorno dopo, con il grande pranzo di Natale. Alla vigilia è di norma il pesce, a Natale è di norma TUTTO. Perché l'ho inserito tra le ansie? Non sono amante del pesce e questo rovina sempre l'inizio delle grandi abbuffate perché non sempre tutti hanno l'alternativa pronta e io finisco per mangiare solo arachidi.

6) Chi invito?
Ogni pasto delle feste prevede un protocollo preciso, ma che ogni anni subisce dei piccoli cambiamenti. Gli inviti e le presenze ai vari pasti possono decidere gli equilibri familiari per l'anno successivo (e non solo). Se si sbaglia solo un invito si è fregati per sempre, perché se inviti la suocera prima della mamma quest'ultima non te lo farà mai dimenticare. E i cugini? E gli zii? E i parenti del compagno? E gli amici? Al pensiero sono già in un angolo a piangere.

7) Cosa cucino?
Il grande cruccio delle donne in ogni casa. Come per i regali si cerca di fare una lista mesi prima, per arrivare alla follia senza senso della settimana prima di Natale, dove carrelli impazziti sfrecciano per i supermercati e le visite di siti di cucina hanno i top di visita. Io inizio ad andare in paranoia (mandandoci anche mia madre) ad inizio Novembre, cercando piatti particolari da fare, piatti diversi e esotici, consapevole del fatto che se non c'è la lasagna il 25 io lascio il tavolo indignata.

8) Panettone (e pandoro) is on the table.
L'eterna lotta gastronomica. Panettone e pandoro sono due mondi diversi (non stiamo a contare i sottofondi come panettone con/senza canditi e pandoro di una o dell'altra marca); i sostenitori delle due fazioni non si capiscono e lottano tra di loro, quindi a tavola bisogna necessariamente averli tutti e due e bisogna pure sperare di aver azzeccato i gusti di almeno uno degli invitati (perché se non gli azzecchi il pandoro e il panettone hanno la capacità di rimanere nelle dispense per anni).

9) Gli avanzi di Santo Stefano.
Santo Stefano chiude il primo giro di abbuffate. Si parte sempre con l'idea di far fuori gli avanzi di Natale e Vigilia, ma all'improvviso ci si ritrova a fare ravioli e a bollire capponi per un esercito (con corsa disperata alla ricerca di un supermercato aperto anche solo un minuto. Rientra anche qui l'ansia de: chi invito? Non è che se li invito a Santo Stefano pensano che li consideri di serie B?

10) E anche il Natale è finito. Ma quindi che facciamo a Capodanno?
Mi sento solo di condividere con voi la nostra reazione a questa domanda:

E le vostre ansie natalizie? Condividete e consoliamoci a vicenda!