giovedì 1 dicembre 2016

10 ansie pre-natalizie che non ci abbandoneranno mai.

L'aria sta diventando fredda e frizzante, se la si respira bene a pieni polmoni si sente chiaramente che il periodo natalizio è alle porte con le sue canzoni martellanti e i suoi babbi natale penzolanti dai balconi. Ho pensato che fosse il periodo giusto per tornare con una lista, come al solito non chiesta, di ansie che affliggono l'essere umano al pensiero del Natale.

1) Regali.
Il primo pensiero che genera ansia e disperazione è sicuramente quello dei regali. Cosa fare, a chi farli...un turbinio di emozioni dal quale è difficile riuscire ad uscirne sani (e con ancora tutti gli amici).  Iniziamo a pensarci più o meno un mese prima, ci facciamo uno schema mentale e ci ripromettiamo di comprare i regali con anticipo "così sono tranquillo e non devo fare tutto all'ultimo?"; alzi la mano chi, almeno una volta, ha infranto la promessa (io ho un record personale di svariate vigilie di Natale all'insegna dello shopping disperato).

2) "Che regalo vuoi a Natale?"
Insieme al pensiero dei regali per gli altri, la costante ed ossessiva domanda di parenti ed amici per sapere cosa desideriamo mi fa cadere in uno stato di paranoia/panico senza precedenti. Passiamo metà del nostro tempo a desiderare cose, ma alla domanda "che regalo vuoi?" il nostro cervello smette di dare segnali di vita, lasciando solo spazio alla disperazione e al non saper formulare un desiderio, aumentando in modo desolante l'ansia da "o mio dio, ora cosa mi trovo sotto l'albero?". Volete la risposta? Niente, perché "Eh, non sapevo cosa prenderti. Andiamo insieme e scegli qualcosa tu".

3) L'albero e il presepe.
Il Natale in casa inizia davvero solo quando si tirano fuori gli addobbi. Ogni zona d'Italia ha un momento preciso per tirare fuori albero e presepe e far respirare alla casa la magica aria del Natale. Io, seguendo alla lettera la tradizione, vado a scovare l'albero e il presepe il 7 Dicembre. Si, ho detto scovare, perché nulla è mai dove l'ho lasciato l'anno prima. Sorvoliamo sulla condizione della confezione dell'albero (finto da quando me lo sono tirata addosso a 3 anni) e dal fatto che ogni anno le decorazioni, nonostante foto e impegno, non vengono mai come voglio e concentriamoci sulle luci che accompagnano le decorazioni; quando le si toglie si sta molto attenti a non ingarbugliarle, ma magicamente quando le si toglie un anno dopo si trovano nodi che neanche una marinaio può sciogliere. Personalmente ho un attimo di panico ogni volta che faccio la prova per vedere se vanno tutte le lampadine perché poi, puntualmente, sbaglio la lunghezza del filo e l'albero sembra arrivare direttamente da pianeta degli alberi di natale tristi.


4) Le luminarie in città.
Le luminarie sono i segno che lo shopping natalizio deve incominciare. Teoricamente seguono anche loro le tradizioni, ma ultimamente le si possono vedere già montate e luccicanti da metà Novembre in poi, pronte a ricordarci che il Natale si avvicina, che un altro anno se ne va e che i nostri buoni propositi sono andati a farsi benedire; questo è un ragionamento tipico che si forma nella mia testa quando vedo la prima luminaria accesa della stagione.



5) Cena della vigilia? Pranzo di Natale?
Natale non si festeggia solo il 25 con l'apertura dei regali, ma si festeggia a tavola per giorni. Le tradizioni sono diverse, ma di norma si iniziano le danze con la cena della vigilia e si continua il giorno dopo, con il grande pranzo di Natale. Alla vigilia è di norma il pesce, a Natale è di norma TUTTO. Perché l'ho inserito tra le ansie? Non sono amante del pesce e questo rovina sempre l'inizio delle grandi abbuffate perché non sempre tutti hanno l'alternativa pronta e io finisco per mangiare solo arachidi.

6) Chi invito?
Ogni pasto delle feste prevede un protocollo preciso, ma che ogni anni subisce dei piccoli cambiamenti. Gli inviti e le presenze ai vari pasti possono decidere gli equilibri familiari per l'anno successivo (e non solo). Se si sbaglia solo un invito si è fregati per sempre, perché se inviti la suocera prima della mamma quest'ultima non te lo farà mai dimenticare. E i cugini? E gli zii? E i parenti del compagno? E gli amici? Al pensiero sono già in un angolo a piangere.

7) Cosa cucino?
Il grande cruccio delle donne in ogni casa. Come per i regali si cerca di fare una lista mesi prima, per arrivare alla follia senza senso della settimana prima di Natale, dove carrelli impazziti sfrecciano per i supermercati e le visite di siti di cucina hanno i top di visita. Io inizio ad andare in paranoia (mandandoci anche mia madre) ad inizio Novembre, cercando piatti particolari da fare, piatti diversi e esotici, consapevole del fatto che se non c'è la lasagna il 25 io lascio il tavolo indignata.

8) Panettone (e pandoro) is on the table.
L'eterna lotta gastronomica. Panettone e pandoro sono due mondi diversi (non stiamo a contare i sottofondi come panettone con/senza canditi e pandoro di una o dell'altra marca); i sostenitori delle due fazioni non si capiscono e lottano tra di loro, quindi a tavola bisogna necessariamente averli tutti e due e bisogna pure sperare di aver azzeccato i gusti di almeno uno degli invitati (perché se non gli azzecchi il pandoro e il panettone hanno la capacità di rimanere nelle dispense per anni).

9) Gli avanzi di Santo Stefano.
Santo Stefano chiude il primo giro di abbuffate. Si parte sempre con l'idea di far fuori gli avanzi di Natale e Vigilia, ma all'improvviso ci si ritrova a fare ravioli e a bollire capponi per un esercito (con corsa disperata alla ricerca di un supermercato aperto anche solo un minuto. Rientra anche qui l'ansia de: chi invito? Non è che se li invito a Santo Stefano pensano che li consideri di serie B?

10) E anche il Natale è finito. Ma quindi che facciamo a Capodanno?
Mi sento solo di condividere con voi la nostra reazione a questa domanda:

E le vostre ansie natalizie? Condividete e consoliamoci a vicenda!




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