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lunedì 24 novembre 2014

10 (nuovi) imprendibili programmi di Real Time

Non potevo pensare ad un ritorno migliore di questo. Ultimamente non sto guardano molta televisione (si, lo so, sono una brutta persona), ma qualche minuto per Real Time lo trovo sempre; è più forte di me, prendo in mano il telecomando e mi trovo all'improvviso su quel fantastico canale.
Visto la mia forte dipendenza (che potete vedere anche qua) sono in grado di stilare, di nuovo, un mio elenco di programmi, che siano tutt'ora in onda oppure no.

1) Il mio gatto è indemoniato
Ognuno di noi ha una sua personalissima opinione sui gatti; io personalmente li amo alla follia. Potete quindi capire il mio entusiasmo quando Real Time ha deciso di trasmettere questo programma, che è riassumibile così: Jackson Galaxy, maggior esperto di comportamento felino e rocker per divertimento, viaggio da un capo al mondo degli Stati Uniti d'America per riportare la pace e la serenità nelle case dove vivono gatti senza controllo (urinano ovunque, attaccano chiunque e cose del genere). Dopo un'accurata osservazione, che finisce puntualmente con lui sanguinante, Jackson pensa ad un piano d'attacco, che normalmente consiste in giochi e passeggiate all'aperto. Nonostante lo scetticismo di tutti, i gatti migliorano! Quindi i gatti vogliono solo una cosa: attenzioni. Come i loro colleghi cani. Ma guarda un po'.


2) Io e le mie mogli
Il programma segue le vicenda (90 su 100 drammatiche) della famiglia Brown, una famigliola nativa dello Utah, mormona e poligama. Kody Brown conduce il clan, seguito dalla sue 4 fedeli mogli. Sì, avete capito bene, QUATTRO mogli. Ognuna con almeno 3 figli, se non di più. Ognuna di loro ha la sua casa e quest'uomo divide il suo tempo tra le mogli, per tenere la super famiglia unita. Qualche tempo fa si parlava di una quinta moglie.
Ora mi rivolgo a voi maschietti: riuscite ad immaginarvi una vita con quattro mogli in contemporanea? Siete già scappati vero?


3) Il nostro piccolo grande amore
Ogni volta che lo vedo mi si spezza il cuore. Adoro vedere la vita familiare di Jen e e Bill, due sposini innamoratissimi affetti da nanismo. Siamo ormai alla sesta stagione, hanno ridimensionato la loro casa, hanno adottato due adorabili bambini (Will e Zoe) affetti anche loro da nanismo. Purtroppo Jen, la mamma più mamma che ci possa essere, sta combattendo una battaglia contro il cancro e io tifo tanto per lei. Vi dico una cosa: ogni volta che questo programma va in onda io piango come una fontana. Il mio cuore non può reggere così tanto amore.

4) Sex Er: tutta colpa del sesso
Il titolo dice tutto: una nottata di passione che va nel verso sbagliato e si finisce in ospedale. AGGHIAGGIANDE (per dirla alla Conte). Devo dire che le situazioni sono esilaranti, ma mai quanto il promo che si sono inventati per promuovere il programma, che era decisamente GENIALE.
La meglio puntata è stata quella della ragazza che sfonda con la testa il muro di casa sua durante l'amplesso #priceless

5) Dire, Fare, Baciare (la versione UK però)
Jenny Frost (ex Atomic Kitten) e Pod cercano di far tornare il buongusto alla ragazze oltremanica, ossessionate con autoabbronzante-strass-vestiti inesistenti- unghie/extentions/ciglia finte e chi più ne ha più ne metta. Le ragazze hanno evidenti problemi, Pod le umilia, le riporta alla luce e loro che fanno? Ritornano come prima.

6) Il mio grosso grasso matrimonio Gypsy
All'inizio ero scettica a riguardo. Insomma, i gypsy sono un po' i tamarri nostrani, solo che hanno una tradizione millenaria alle spalle. Che siano traveller o no, i preparativi del matrimonio di una coppia gypsy sono la cosa più importante del secolo. Ci si organizza in poco tempo e tutto deve essere enormemente fantastico. Le donne hanno vestiti giganti, gli uomini non fanno niente e 90 su 100 il matrimonio finisce con una bella rissa.
In tutto ciò io adoro i vestiti da sposa gypsy, voglio un vestito pieno di strass firmato Sondra Celli e voglio la tiara. E tanti strass, tantissimi strass.

7) Bake Off
Ogni volta che guardo talent culinari sono perplessa. La domanda che mi sorge sempre spontanea è: ma questi come sanno fare TUTTO se sono dei semplici amatori?
Con Bake Off la domanda è più che lecita. La pasticceria è sostanzialmente chimica, è la parte più precisa della cucina e i concorrenti sono dei mostri. Ho visto fare dolci che solo Ernst Knam può fare e ho visto i concorrenti riuscire, in qualche modo, a riproporli. Le rare volte in cui mi sono detta "sono umani anche loro" sono state: il panico prima di girare la tarte latin, la signora Enrica che ha messo sale al posto dello zucchero praticamente in tutte le puntate e gli attacchi di nervoso di Federico (rinominato da me il Precisetti) quando la goccia di cioccolato non cadeva dove voleva.

8) Cucine da Incubo
Gordon Ramsey si dedica al salvataggio di ristoranti strampalati, sporchi con menù improponibili e gestori imbarazzanti. Gordon viene chiamato dal gestore che, ovviamente, sarà contro qualsiasi cosa lui dica (fa niente che servono passi cucinati con cibi marci, la cucina rimane buonissima). E io tutte le volte mi chiedo: perché, in nome di Superman, perché lo hai chiamato se non vuoi sentire la verità?
Gordon riesce sempre nel salvataggio, ma poi sta al titolare che, se non è un cretino, a volte ce la fa.

9) Hotel da Incubo
Gordon Ramsay salva tutto, anche alberghi. Il programma è sulla falsa riga di Cucine da incubo, ma si interessa di attività alberghiere fuori da ogni logica e ragione. Il meglio del meglio lo da quando passa la luce utravioletta sulle lenzuola per trovare ricordi disgustosi. E via con i conati di vomito

10) Molto bene
Benedetta Parodi mi piace un sacco, non tanto per le ricette, ma tanto perché è una cabinista totale in cucina, come me. Lascia indietro di tutto mentre sta attenta a non far bruciare la pietanza più improbabile del momento; grande equilibrio, ma soprattutto, grande squadra di pulizie.

Real Time, non mi deludi mai.


giovedì 12 giugno 2014

Il ritorno (forse).

Non sono morta (beh, quasi), sono solo stata troppo impegnata.
Un breve resoconto della mia vita fino ad adesso prima di lasciarvi una (mia) chicca: lavoro alla Decathlon, studio come un'idiota e, nonostante tutto, sono felice.

Tornerò con nuove idee, lo prometto, nel frattempo eccomi in versione Elsa di "Frozen":
https://www.youtube.com/watch?v=llWcm0Caul8

Un bacio a chi mi legge (ancora)!

giovedì 6 febbraio 2014

I 10 passi per entrare in un fandom (e non uscirne mai più)

Innanzitutto buon anno a tutti! Prometto che non sarà un post sui buoni propositi o su quello che ho imparato nel 2013, ma sarà come sempre una lista di 10 cose, questa volta riguardante i fandom.

Che poi, che è il fandom? Wikipedia dice: Il termine fandom indica una sottocultura formata dalla comunità di appassionati che condividono un interesse comune in un qualche fenomeno culturale, come un hobby, un autore, un genere cinematografico o una moda; io vi dico che il fandom indica una religione praticata regolarmente da fan che si appassionano e vivono per quella storia/film/moda o altro.
Nel fandom ci entri per caso, un passo alla volta e quando ti accorgi che ci sei dentro fino al collo sai di non poterne più uscire.

Parla colei che è caduta tra le braccia di tante storie e si è ritrovata membro di fandom, tra i quali: Harry Potter, Il Signore degli Anelli, Hunger Games, Star Wars...giusto per citarne alcuni.

Ho provato a ripensare a tutto ciò che mi ha portato tra le braccia delle mie ossessioni/passioni e sono riuscita a individuare i 10 passi per entrare in un fandom (e non uscirne mai più). 

1) Sentire da qualcuno che quella è proprio una bella storia ed iniziare ad informarsi.
Il primo passo è il più facile da fare anche perchè sembra innocuo. Nella nostra incoscienza andiamo ad informarci da persone già cadute nel tunnel, che faranno di tutto per trascinarci dalla loro parte. Se le informazioni che ci hanno dato ci interessano, iniziamo ad informarci, stupendoci di quanto quella storia è diffusa ed amata (ndr: a me è successo così con Hunger Games) e qualcosa in noi ci fa desiderare di sapere di più; siamo già verso la strada della perdizione.

2)Portarsi in pari per sapere tutta la storia.
Passo che porta via tempo, ma che consolida le basi messe giù dalle poche informazioni che abbiamo ricevuto. Quando sono arrivata a questo punto mi sono spaventata: ci avevo messo 24 ore a leggere tre libri, neanche un giorno per vedermi 3 serie di un telefilm già in onda e ho passato più di 72 ore a guardare una maratona composta da 8 film. Il vero problema del portarsi in pari è che poi si diventa leggermente maniaci dei dettagli, che ti portano direttamente al passo successivo

3)Sapere tutto a memoria.
L'attenzione al dettaglio fa il vero fan, come lo fa la precisione con cui ti racconta la storia (ndr: se tocca a me raccontare un pezzo di libro/film dovete ascoltarmi almeno per un quarto d'ora solo per una scena). Questa ossessione del dettaglio porta problemi non indifferenti nel caso di adattamento cinematografico, ma di questo ne parleremo più avanti.

4)Usare citazioni.
Potrebbe non sembrare grave, ma il fatto di citare passi della storia/parti di dialogo/battute ci dovrebbe far capire QUANTO siamo in sintonia con la storia e che, di fatto, ne siamo fan scatenati (ndr: ho passato mesi a rispondere Bazinga quando qualcuno mi chiedeva se ero seria). Saper citare e inserire la citazione in un contesto ben preciso è un segno preoccupante e da non sottovalutare.

5) Iniziare a cercare altri come te, parte 1: il contatto
Una volta esistevano i forum, ora le pagine di Facebook. Le comunità dedicate alle varie "storie" sono tantissime e riuniscono, sotto il nome di fandom, tanti appassionati, proprio come te. La scoperta di questo mondo ti fa sentire meno sola (90 su 100 i tuoi amici non capiranno la tua ossessione) e in qualche modo legittimerai il tuo essere fan; questo passo è cruciale, sei consapevole di essere fan e senti l'appartenenza a quel gruppo. E' fatta, fai ufficialmente parte del fandom.

6)Iniziare a cercare altri come te, parte 2: l'appartenenza.
Quando capisci di appartenere ad un fandom, quando lo accetti e ti entusiasmi, entri a contatto con una vagonata di notizie/aggiornamenti/spoiler che non fanno altro che aumentare il tuo attaccamento, ma ormai ci sei dentro e godi di questo. Per il fan una giornata senza foto nuove, senza aggiornamenti o senza condivisioni delle parti preferite della storia non è una giornata ben spesa.

7)Iniziare a cercare altri come te, parte 3: il coinvolgimento.
Anche se appartieni al fandom, aspetti sempre un pò per dire la tua. Ad un certo punto sei consapevole di essere competente in materia e vuoi condividere i tuoi pensieri/credenze/dubbi (sulla storia, ovvio) con gli altri, creando un rapporto di quasi amicizia (perche nel fandom, ed è verissimo, si è sempre tutti amici).

8)Sapere tutto a memoria: i contro.
E' molto possibile che la vostra passione venga trasportata al cinema. All'inizio si è euforici, non si vede l'ora di vedere la nostra storia sul grande schermo e si inizia a pensare alle varie scene che vorremmo vedere sullo schermo. Quando il film arriva al cinema, il fan è normalmente deluso. Per un fan il film dovrebbe essere fedele al libro, anche se ciò vuol dire guardare un film di 9 ore (ndr: SHUT UP AND TAKE MY MONEY).

9)Le aspettative sugli attori
L'attesa più snervante per un fan è vedere chi hanno scelto per interpretare il tuo eroe/eroina, perchè se sbagliano distruggono la tua storia, il tuo mondo. Ricordo alcuni fandom che si lamentavano per le scelte fatte e, come al solito, avevano ragione (ndr: perchè il fandom conosce a fondo storia e personaggi, ha sempre ragione).

10)Ci sei dentro, sei attivo e difendi con onore e coraggio il tuo fandom.
Se hai fatto tutti questi passi, l'ultimo è il finale e ti dice che il fandom non è semplicemnte aggregazione, è qualcosa di più: è condividere la tua storia (perchè la storia è scritta per te) con altri che la sentono altrettanto vicina e personale; è impazzire tutti insieme per le anticipazioni, perchè vogliamo solo il meglio per la nostra storia; è stare insieme e sentirsi davvero amici; è rispettare (nel limite del possibile) gli altri fandom che, esattamente come te, difendono la loro storia.

Scritto con affetto e amore da una fangirl incallita.





giovedì 31 ottobre 2013

Lo studente universitario, il ritorno

Non c'è mai abbastanza spazio per parlare di noi universitari, una razza strana e ancora non molto studiata.
Ho già parlato di 10 cose che l'universitario dice, ma che poi non fa; essendo ancora io un'universitaria ho avuto la possibilità di osservare me stessa (e gli altri) in questo ambiente strano: l'università.
Quindi, solo per voi, ecco altre 10 cose che lo studente universitario dice, ma che poi non fa.

1) "Le ore buche le dedicherò allo studio. Mi chiudo in aula studio e basta, non ci sono più per nessuno"
Ah, bei momenti. Si è davvero convinti di trovare posto nelle aule studio e di poterci studiare comodamente, ma poi la realtà si abbatte su di te. Aule immense, dove regna il caos, dove il più silenzioso è il custode che urla: "Non siamo allo stadio!". Lì lo studente sospira, cerca una panchina e si sistema.

2) "Devo per forza arrivare in orario a lezione, se no sono per terra"
La sindrome da sedere-piatto colpisce gli studenti ritardatari, anche solo di un secondo. La lotta dei posti è la parte più frustrante dell'arrivare a lezione. Se la lezione è alle 8.45, devi arrivare alle 8.30 per poter trovare un angolo, altrimenti....benvenute chiappe piatte!

3) "Oh, devo iscrivermi ai laboratori! Massì, ho ancora 10 giorni per farlo!"
I laboratori e le loro modalità d'iscrizione cambiano da università a università. Nella mia, devi inviare una mail al professore. Il vero problema è che siamo millemila anime per soli 30 posti. O sei veloce, o rimani fuori. E normalmente rimani fuori.

4) "Bene, mi mancano pochi esami, è ora di trovare un relatore"
La leggenda dice che lo studente quasi alla fine, cerchi l'argomento che vuole sviluppare, lo sottopone ai docenti che potrebbero essere interessati per trovarsi poi con titolo e domanda di laurea in mano. 
La realtà è che i relatori sono pieni fino al 2020, gli argomenti sono sempre gli stessi e gli studenti preferiscono stare negli angoli a piangere piuttosto che elemosinare colloqui su colloqui.

5) "Tra due mesi ho un esame, meglio che inizi ora a studiare"
Questa è la frase mantra di ogni studente. Bisogna dire che qualcuno (e non sono neanche pochi) ce la fa, riesce, altri si arenano tragicamente il primo giorno arrivando l'ultima settimana in modalità "Kamikaze" (della serie: andiamo alla cieca, non si sa mai).

6) "Non ho capito bene, meglio andare al ricevimento con il prof"
Nella mia esperienza non ho mai conosciuto qualcuno che va  dal prof per farsi spiegare le cose. Si prova di tutto: il compagno secchione, google, la zia, il cero in chiesa....nulla funziona. Non si va al ricevimento però, forse anche perchè si ha paura di essere presi per scemi? Chissà, questa frase potrebbe rientrare nei "miti" dell'università.

7) "Il ricevimento per la tesi"
Il ricevimento per la tesi crea tante emozioni controverse: ansia, eccitazione, tristezza, depressione.
Dovete sapere che si va al primo ricevimento spaventati, la volta dopo si torna con il primo capitolo e si è molto fiduciosi; il terzo incontro è apocalittico (soprattutto perchè il primo capitolo della tesi non andrà mai bene) e con una certa angoscia si va agli incontri successivi. Se poi il prof vi fa rifarela tesi da capo, beh, il buttarsi sotto i binari non sembra neanche una brutta alternativa.

8) "Le biblioteche sono aperte fino alle 23, starò li fino alla fine"
Questa frase per me è relativamente nuova, perchè solo da poco hanno aperto la biblioteca della mia università fino a tarda notte, ma gli studenti esaltati che annunciano che pianteranno le tende lì per tutto l'anno ci sono già e ho come l'impressione che saranno i primi a fare una petizione per tornare agli orari normali.

9) "Andrò assolutamente al Career Day"
Il Career Day, croce e delizia di tutti noi. Un sacco di aziende che cercano studenti e laureati bendisposti verso il mondo dello stage sottopagato e....un SACCO di gente. Arrivi con i tuoi CV, sei carico, ma quando ti trovi quel muro di persone più professionali e più agguerrite di te, prendi i tuoi foglietti, vai a prendere il caffè e poi vai nel reparto giochi di qualche negozio, giusto per ricordarti chi sei.

10) "Dopo la triennale? Credo farò una specialistica"
Questa frase l'ho detta anche io, convinta di quello che dicevo. Già soli dopo due mesi di specialistica, i dottori si lamentano dicendo "ma chi me l'ha fatto fare???". Pensate cosa inneggiamo noi dottori dopo un anno e qualche mese: pietà, pietà di noi oh università! Pensaci bene tu che stai pensando ciò proprio ora, pensaci molto bene; se no ci vedremo l'anno prossimo e piangeremo assieme.


Tragicamente ispirato da tante, tantissime storie vere.

venerdì 14 giugno 2013

Il Girl Power non ti abbandona mai!

Lo so, avevo promesso un post sulle principesse Disney, ma mi sono bloccata a Cenerentola; forse però loro sono state le principesse Disney di noi bambine degli anni 90. 
Non conosco nessuna mia coetanea che non sia stata una patita delle Spice (e se dice di non esserlo mai stata sappiate che sta facendo finta); io sono un caso particolare. Sono tornata nel periodo Spice per colpa della mia idea di voler trasferire delle loro cassette per potermele tenere sul computer: da quel momento in poi è stata la mia fine.
Mi sono tornate in mente tante cose: la mia cameretta con migliaia di foto, il giornalino settimanale che si occupava solo di loro, la maglietta con loro cinque (di cui andava molto fiera), i vari tentativi di muoversi e cantare come loro a soli 7 anni e l'annuncio al TG5 dello scioglimento (ebbene si, erano finite in tutti i telegiornali).
Le Spice erano qualcosa di immenso, girl power all'ennesima potenza e io me ne ero completamente innamorata.
Belle come non mai (e, diciamolo, porno chic come solo loro sapevano essere)

Ho pensato come poter fare un post del genere e rimanere comunque il linea con il blog, ma non mi venivano in mente 10 cose da dire su di loro (10 sono troppo poche), quindi parlerò di loro, come me le ricordo da piccolina.

1) Geri Halliwell aka Ginger Spice

Geri era la mia Spice preferita in assoluto ed è stata quella che mi ha spezzato il cuore più volte nella vita. 
Famosa per i capelli rosso fuoco, le tette grosse e le tutine striminzite in cui si stringeva, Geri era una bomba vera e propria. Frizzante, sempre allegra, cercava davvero di mandare il messaggio del girl power a tutte noi piccoline. Ho sempre voluto i capelli come i suoi (e fino ai 16 sono stata ossessionata dalla mania dei capelli rossi), volevo essere come lei fino a quando fu proprio lei ad abbandonare le Spice e, quindi, anche me. Mi ricordo ancora che piangevo come una matta sul divano abbracciata alla maglietta urlano "Geri nooooooo!!!". Poco dopo lo scioglimento ho scoperto che era bionda e che i capelli rossi non c'erano più e insieme a quelli erano sprite anche le tette e tutto quello che conoscevo della mia eroina. Nessuno mi ha mai spezzato il cuore come ha fatto lei. L'amore per lei però non finisce, lei rimane l'idolo della mia infanzia (e anche di adesso).

2) Emma Bunton aka Baby Spice

Emma è stata per qualche mese in ballottaggio con Geri per contendersi il posto di Spice preferita della sottoscritta. Lei era tutto quello che tutte le bimbe vogliono essere: carina, bionda, occhi azzurri e tanto tenera. Era la più dolciosa del gruppo e mi rivedevo tanto in lei perchè era la più bassetta del gruppo, anche perchè io sono bionda grazie alla tinta, ho gli occhi verdi e non sono per niente dolciosa. 

3) Victoria Beckham all'epoca Addams aka Posh Spice



Quanto mi stava (e mi sta) sulle balle Victoria. Aveva un'unica espressione, dava l'idea di essere una con la puzza sotto il naso ed era quella più stonata. Passata a miglior celebrità dopo aver sposato quel manzo di suo marito (il famoso giornalino di cui vi ho raccontato aveva dedicato uno speciale intero al loro fidanzamento), ne ho perso volontariamente le tracce.

4) Melanie Brown aka Scary Spice Spice

Mel B mi faceva morire. Ovunque arrivasse lei la gente rideva; ogni volta che la vedevo ridevo. I suo cornini mi hanno sempre lasciato perplessa, ma la chioma allo stato brado della Scary Spice mi ha sempre affascinato. Canta quasi tutte le mie parti preferite delle canzoni delle Spice e bisogna darle atto di aver sdoganato lo stile leopardato con una carica invidiabile

5) Melanie Chisholm aka Sporty Spice
Diciamolo, Mel C era l'unica delle Spice in grado di cantare qualcosa di interessante (e non a casa le venivano affidati i bridge, gli acuti e le varie voci speciali finali). Parte come racchietta, ma quando poi si decidono a tenerle i capelli sciolti diventa una patonza Sporty Spice. A lei va dato il merito di aver fatto iniziare a cantare la sottoscritta e di aver reso consacrato nuovamente l'Adidas come marca più cool di sempre.

Le Spice mi hanno influenzato, mi hanno fatto nascere passioni e mi hanno fatto provare delusioni. Dicevano che il Girl Power era sempre con te e io dico con orgoglio che non mi ha mai abbandonato (e non mi abbandonerà mai!)

martedì 21 maggio 2013

In attesa del nuovo post.

BanalityFair e la sottoscritta

La prova di una scarpina...che si tratti di Cenerentola?

Sono sparita, lo so. Tra blocco del blogger e altro è un pò che non scrivo, ma tranquilli, un nuovo post in arrivo c'è (e le foto qui sopra sono un piccolo anticipo).
Prima o poi torno ad annoiarvi, abbiate fede!

lunedì 22 aprile 2013

I 10 programmi imperdibili di Real Time Tv

L'avvento del digitale terreste ha portato il caos in Italia per la "difficoltà d'installazione del decoder", ma ha portato nelle nostre case un canale che crea dipendenza (canale che ha avuto la crescita più spaventosa di sempre): Real Time Tv.

L'inizio della fine.

Ho sviluppato fin da subito una certa dipendenza per questo canale (definito un canale femminile, ma seguito da un larghissimo pubblico maschile); potevo vedere il Boss delle Torte in azione, Enzo e Carla che ti criticavano solo per aver respirato, Paola Marella che cerca casa per i figli inesistenti di un prof di filosofia del mio liceo, Alessandro Borghese friggere l'impossibile, Barbara costruire oggetti di dubbio gusto ed ero veramente felice.

Ora, grazie al grande successo, il canale ci offre una serie infinita di docu-show e io vi voglio dare la mia top ten; la posizione dei programmi esiste solo perchè ho bisogno di mettere in ordine le idee, vado fuori di testa con tutti e 10.

1) Non sapevo di essere incinta
La storia è sempre la stessa: donne che non hanno nessun sintomo di gravidanza per nove mesi e ad un certo punto partoriscono. La nostra reazione è sempre la stessa: panico.
Inizi a sentire che nel tuo corpo c'è qualcosa che non va; il dolorino alla schiena è causato sicuramente da una gravidanza e un mal di pancia passa come prima contrazione. Le storie dei parti sono tragiche e in quel momento ogni donna pensa: "piuttosto morta, ma non così".

2) Sepolti in casa
Gli accumulatori seriali mi inquietano non poco, ma non riesco a non vedere le loro storie. Il senso di tristezza (amplificato dalla tetra voce narrante) che mi pervade mentre guardo il programma è la calamita che mi impedisce di girare. Voglio disperatamente che guariscano dalla loro ossessione e quando lo fanno mi sento meglio anche io.
Da quando ho visto per la prima volta il programma cerco di non accumulare troppi vestiti in giro per paura delle bestie che si potrebbero creare.

3) Abito da sposa cercasi
Randy e il suo staff mi fanno sognare. Abiti bianchi da tutte le parti, di tutti i tipi.
A volte io e le mie amiche ci mettiamo a parlare di questioni serie, come il matrimonio, e siamo concordi su una cosa: grazie a Randy sappiamo esattamente che tipo di vestito vogliamo.

4) La guerra delle spose
L'apoteosi del divertimento. La trama è semplice: due spose e due matrimoni completamente diversi che dovranno "mischiarsi" nello stesso giorno per questioni di budget (e un discreto premio finale se riescono ad arrivare al giorno del sì).
Credo di non aver mai riso così tanto come quando una sposa gotica ha dovuto scendere a compromessi con una sposa che sognava un matrimonio stile "Campanellino". Sangue, lascrime e violenze psicologiche, non adatto ai deboli di cuore.

5) Pazzi per la spesa
Il programma con la P maiuscola. Le imprese EPICHE delle donne fuori di testa che fanno spesa solo tramite coupon mi incantano. Queste donne fanno miracoli: 800 dollari di spesa completamente pagati con i coupon. Più sono pazze (tipo che scavano nel bidone della carta per trovare i giornali) più le amo. Non posso farne a meno, registro tutte le puntate. Ogni volta però mi chiedo: ok, hai comprato 200 confezioni di salsa barbecue a 0 centesimi, ma dove e quando le userai? O i 500 pacchetti di caramelle, li mangerai?

6) Cucina con Buddy
Capolavoro. Al suono di "Cucina italiana al 100%" Buddy Valastro e la sua numerosissima famiglia ci inondano di burro, salsa della Caesar Salad, fritto...e poco nulla della tradizione culinaria italiana. Buddy ci delizia con "mmm, delizioso" "senti che profumo?" "E' così che si fa ad Hoboken baby" mentre cucina cosa alquanto improbabili; gli ospiti sono i migliori, meglio se arrivano i lontani cugini della Sicilia ci spacca dalle risate.

7) Tabatha mani di forbice
La Gordon Ramsay dei parrucchieri, ma più cattiva (è donna). Nel giro di 3 giorni prende un gruppo di cretini che gestiscono orridamente un salone e lo rimette a posto.
Rinnova a suon di insulti uno staff mollaccione, gli fa capire che la vita è altro, cambia le persone: compie veri e propri miracoli senza mai cambiare espressione facciale (o vestiti).

8) Io e la mia ossessione
La new entry. Al limite tra finzione e follia, racconta di ossessioni particolari e raccapriccianti: giusto ieri ho visto una ragazza che passava tutta la sua vita a mangiare carta igenica (e no, non sto scherzando). Sono in fibrillazione all'idea che la seconda sarà ancora peggio (si para di una che distrugge divani per mangiarne la gommapiuma) e so già che diventerà la MIA ossessione.

9) Party Mamas
Madri viziate, fuori di testa. Spendono migliaia di dollari per la "festa spettacolare dei primi 3 anni della mia piccolina". Cowgirl, danzatrici del ventre, animale selvatici...tutto è possibile alle mamme festaiole. Devo ammettere che più che darmi dipendenza mi irritano loro, i loro bambini, i loro mariti e le loro feste. Nonostante i mio astio, rimane uno dei programmi più carini della programmazione.

10) Quattro Matrimoni
Questo programma toglie qualsiasi poesia al matrimonio. E' sostanzialmente una gara tra quattro spose che giudicheranno i quattro matrimoni delle gareggianti su criteri come: vestito, location, cibo e presentazione generale. Il super premio è una fantastica luna di miele pagata dal canale.
Le spose diventano delle vere iene, si fanno a pezzi e io rido come una matta. Altamente consigliato se volete vedere un combattimento all'ultimo sangue tra bridedzilla professioniste.

Ce ne sono tanti, fin troppi, di programmi da segnalare, ma questi sono in assoluto i miei preferiti.
Real Time, grazie d'esistere.

mercoledì 10 aprile 2013

10 cose odiose che una coppia odiosa potrebbe evitare di fare (e che invece fa)

Nel mondo, si sa, ci sono tantissime coppie, ognuna diversa dall'altra.
Nonostante la varietà dell'essere umano (soprattutto quando è un una relazione più o meno stabile), esiste un tipo di coppia che è universalmente riconoscibile: la coppia odiosa.

La coppia odiosa non suscita antipatia per via dei caratteri di chi la compone, ma ispira violenza (nei casi gravi) per via del mix letale che rilascia al suo passaggio.

1) I soprannomi
Ogni coppia ha dei soprannomi particolari, che vengono usati quando si è da soli.
La coppia odiosa questo non lo fa; imbarazza gli amici/conoscenti/sconosciuti attorno a loro chiamandosi a gran voce "pucci pucci", "cicci cicci", "cucciolotto amoroso" e tantissime altre variazioni sul genere. Non smetteranno di chiamarsi così neanche se vengono minacciati con armi di distruzioni di massa, quindi se sentite questi epiteti da lontano, allontanatevi: i vostri nervi ringrazieranno.

2) I litigi
"L'amore non è bello se non è litigarello", vero e sacrosanto, ma meglio lavare i propri panni sporchi in casa. Questa mia ultima affermazione non vale per la coppia odiosa; nel bel mezzo della serata (se avete la sfortuna di avere la coppia nel gruppo di amici) scoppieranno e nel giro di pochi secondi monopolizzeranno l'attenzione di tutti. Si scopriranno altarini che dovrebbero rimanere nascosti al resto del mondo, scheletri inizieranno ad uscire dagli armadi e si accomoderanno con voi a guardare lo spettacolo pietoso della coppia odiosa.

3) I litigi, versione 2.0 (la più pericolosa)
Non basta il fatto di aver iniziato la piazzata della vita in pubblico, la coppia odiosa tende ad inserire i propri amici nei litigi, chiedendo di schierarsi o con uno o con l'altro, creando tensione e crepe all'interno del meccanismo del gruppo.

4) I viaggi
La coppia odiosa è sempre da qualche parte per passare del tempo "prezioso" assieme.
Al loro ritorno racconteranno per 5 minuti quanto è bella/brutta la città, poi ci verranno raccontati nei dettagli le battaglie per il posto nell'armadio, i litigi per chi doveva andare prima in bagno e, per chiudere in bellezza, le notti di passione passate nell'albergo/bettola/pensione/B&B che approfondiremo meglio nel punto 5.
Non saprete mai se la città è bella, se si sono divertiti; saprete tutto quello che non vi interessa e che, per antonomasia, dovrebbe rimanere patrimonio privato di una coppia.

5) Loro e il sesso
Avete mai voluto sentire come un vostro amico galoppa? Di come una vostra amica ansima? Suppongo che la risposta sia no a tutti e due (a meno che non sia una serata spetteguless). La coppia non si fermerò al vostro opporsi, vi darà dritte, vi dirà come fanno loro a fare certe cose, perchè loro sono i maestri.

6) La gelosia
La coppia odiosa non può dividersi per troppo a lungo. Se si divide, lo fa in base al sesso. La ragazza uscirà SOLO ed esclusivamente con amiche e il ragazzo SOLO (o così dice) con i suoi amici.
In ogni caso, le due parti passeranno tutto il tempo a messaggiare via sms o whatsapp, perchè si devono tenere sotto controllo.

7) La memoria
Peculiarità dell'uomo della coppia noiosa. Se la donna, per natura ed indole, ricorda tutto (dalla sua nascita al fatto che ieri sera non le abbiate detto "ma quanto sei bella amore mio"), l'uomo della coppia odiosa è anche peggio. Apprensivo, memorizza qualsiasi virgola/parola/aggettivo usato dalla ragazza e lo userà come arma atomica per vincere nei litigi (vedi punto 2 e 3).

8) Sminuire, come mi piace!
Sminuire il proprio compagno/compagna  è un gioco apprezzato da tante coppie normali, ma la coppia odiosa lo pratica in modo "olimpico". Lui è sempre stupido, lei è sempre svampita; dal fuori, grazie a questi simpatici epiteti, sembrano due si odiano (e forse è così, anzi è decisamente così).

9) Effusioni in luogo pubblico
Nonostante il male che si fanno, la coppia odiosa è la più appiccicosa di tutti. Li troverete sempre uno attacco all'altro, in braccio, in procinto di sbaciucchiarsi o peggio, nel pieno di una pomiciata pubblica.
Voltate lo sguardo e non tornate più indietro.

10) "Ti lascio, mi lasci, siamo in pausa, ti uccido, ti amo".
La coppia odiosa, che a questo punto non so da cosa sia legata, è la più incline alla rottura temporanea e dolorosa (per loro e per chi gli sta attorno). Almeno due volte al mese volano minacce di rottura dicendo "mi stai rovinando la vita", "non posso vivere per sempre così" ecc.
Almeno una volta ogni due mesi la rottura è effettiva e per tutti sembra la fine del mondo: dichiarazioni di morte/guerra, maledizioni sulle generazioni future. Tutto questo finisce normalmente nel secondo giorno di rottura, nel quale i due odiosi tornano assieme "perchè non posso vivere senza di lui/lei", lasciando chi gli sta intorno più o meno così:

Se leggendo avete trovato qualcosa di familiare, è giunto il momento di preoccuparsi ;)

sabato 9 marzo 2013

In vacanza.

Don't call my name e Biscottina (entrambe nella foto mentre guardano Harry Potter e la camera dei segreti) sono in montagna per una settimana; al nostro ritorno scriveremo "101 modi per uccidersi involontariamente in montagna".
Un abbraccio a tutti voi.

domenica 17 febbraio 2013

Animali strani (e pagina Facebook)

Credo di avere gli animali più rinco del mondo.
In casa mia vivono un cane (Coffee) di 8 anni e due pesci (Bianchina e Torcia) di otto giorni e sopra di me vive un esemplare di gatto (Neo) che dire particolare è poco.


Coffee è il principino di casa. Border Collie megagiga (per chi se ne intende: pesa 5 kg più del normale ed è più alto del dovuto) con l'anima buona.
E' sempre stato un pò tonto, ma ultimamente sta dando il meglio di sè.
Ombra perenne di tutti noi padroni, non possiamo muovere passo senza trovarcelo in mezzo ai piedi o senza sentire il suo sguardo che ci segue.
All'ora di pranzo e di cena alloggia sotto la mia sedia e sbuffa quando la sottoscritta, esasperata, chiede: "Coffee, ti puoi spostare per piacere?".

Dovete sapere che Coffee ha le sue ciotole in concomitanza con l'armadio che contiene i bicchieri; quando è ora di svuotare la lavastoviglie, si ricorda di avere fame sempre e solo quando si sta per mettere a posto i bicchieri. Lo "disturbiamo" aprendo l'armadietto e ci becchiamo occhiatacce del tipo "tu, padrone degenere, non mi fai mai mangiare".

Per un certo periodo ha avuto il feticcio delle calze e delle mutande, ora il suo unico feticcio è la sua cuccia. Nel corso degli anni è diventato di un pigro indescrivibile e se gli si chiede di muoversi sbuffa e ti guarda male; a momenti non ti saluta più neanche quando torni a casa.

Ha un'abitudine che mi fa sorridere, sempre. Da quando è con noi, mi viene a chiamare quando si mangia. Se non sento mia madre, lui arriva, mi da la zampa e poi mi aspetta in corridoio (almeno qualcosa di utile lo fa).

Vuole le coccole, sempre; fa niente se stai mangiando, stirando, cercando di sbarazzarti di un cadavere: quello che il principino vuole, il principino ottiene.

Sosta nei punti di passaggio da una stanza all'altra, facendoci rischiare il collo ogni santo giorno (e ogni santa notte), ma Coffee è Coffee e noi lo amiamo perchè è di un tonto incredibile.


Neo (detto Gatto Neo dagli amici e da mia nipote) è il gatto di mio fratello. Persiano grigio con l'aria sempre imbronciata, più che un gatto è un pirlotto.

Coccolato e viziato, da buon gatto ozia tutto il giorno. Lontani i momenti di gloria in cui faceva gli agguati al suo compare Coffee e in cui impazziva per casa (saltando letteralmente sui muri), ora lotta per la sopravvivenza. 

Da quando Viola (2 anni e passa di bambina) ha scoperto il suo gatto, la vita per Neo è veramente difficile. Costretto a mosse da WWE (credetemi, ho visto mia nipote fargli una Frog Splash dal divano), da qualche tempo lo si trova appollaiato sul suo trono "dove non si può prendere" beato, ma consapevole che prima o poi dovrà scendere ed affrontare una bambina che ha voglia di giocare.

Noto per il miagolio strozzato, fondamentalmente è un curiosone. Mi è capitato varie volte di rimanere da sola con lui; mi ha squadrata, studiata, fatta spaventare e mi ha fatto compagnia.

Ultimamente vive nell'ombra.


Torcia/Diana e Bianchina, le new entry in casa mia, sono due pesci rossi fuori di testa.
Un pesce rosso normalmente si preoccupa di mangiare e di espellere tutto ciò che mangia; loro si preoccupano di andare a sbattere da una parte all'altra della vaschetta, di ribaltare le piante all'interno e di sostare sul filtro che tiene pulita la loro casetta.


Sono vittime di stalking da parte di Coffee, che ha trovato la sua nuova passione: li osserva, piange e continua ad osservarli. Quando è ora di cambiare l'acqua, Coffee mi sta appiccicato addosso e non riesco a capire se vuole giocare con loro o se vuole semplicemente mangiarli.

Ora probabilmente capirete come mai ho aperto il post dicendo che "ho gli animali più rinco del mondo", ma aggiungo "che amo alla follia".


Don't call my name ha la sua pagina fan su Facebook! Ci trovi qui: https://www.facebook.com/dontcallmynameblog
(e no, non abbiamo fatto i soldi)


giovedì 7 febbraio 2013

Le 10 cose da evitare a San Valentino.

La mia cara amica Vanna ha pubblicato un post più che veritiero su una triste abitudine di voi uomini all'avvicinarsi di San Valentino e quindi ho pensato: vuoi che non riesca a mettere giù una lista di cliché  che aleggiano attorno codesta "festa"?
Nota della blogger: è stato più difficile del previsto.



San Valentino, croce e delizia di ogni donna del nostro pianeta, dovrebbe essere il momento più romantico dell'anno per una coppia dopo l'anniversario; se proprio crediamo in questa festa, almeno cerchiamo di renderla piacevole e veritiera perché, come voi maschietti ben sapete, noi donne non siamo sceme e ci accorgiamo di quanto poco impegno ci mettete nel fare le cose.

Parentesi della blogger: sono in una relazione stabile e felice da ben 5 anni e di San Valentino non ne abbiamo festeggiato neanche uno, quindi, se chiedete a me, non credo che San Valentino sia il giorno più romantico dell'anno, lo dovrebbero essere tutti.

Quindi ecco a voi un nuovo vademecum, fatto da una donna che odia i cliché, soprattutto durante le festa più cliché del mondo.

1) Portare la vostra amata in un locale "delizioso" (vedi: caro come il fuoco) "perché è romantico".
Permettetemi un francesismo: brutte bestie. Per tutto l'anno noi donne ci accontentiamo felicemente delle bettole puzzolenti "ma buone", dei fast food, dei paninari sulla strada e solo il 14 di Febbraio veniamo portate nel giardino dell'Eden culinario. Neanche facciamo in tempo a riempirci gli occhi della bellezza del posto che il giorno dopo siamo di nuovo al paninaro sulla strada. Ripeto: bestie.

2) Cucinare una cena speciale "perchè è una cosa speciale, fatta con il cuore".
Se volete essere veramente speciali, cucinate più spesso per la vostra donna. Se il sogno della vostra amata è avere un sexy Carlo Cracco che gira per casa, trasformatevi: cucinare la sera per una lei stanca vi farà guadagnare punti (ma non a San Valentino, ve lo assicuro).

3) Spedire bigliettini con animali teneri/bambini/frasi tenere.
Se durante l'anno fate fatica ad inviare messaggi che superino i 10 caratteri evitate. Evitate soprattutto di scrivere solo "Buon San Valentino amore". Se dovete spedire un "Valentino" siate almeno creativi.

4) Regalare rose rosse "perchè rosa rossa = amore".
Se regalate dei fiori fatelo con il cuore, non perchè siete arrivati alla frutta e legate il rosso al colore dell'amore. Ogni fiore ha un significato e ogni donna ha il suo fiore preferito. Sforzatevi un pelo, potreste raggiungere un risultato inaspettato.

5) Regalare un peluche che dice "Ti amo".
Questo particolare clichè racchiude anche i cuscini, strane cose gonfiabili e palloncini che proliferano durante le prime settimane di febbraio. Sono, a mio avviso, tristi e demodè: avere delle faccine sorridenti e degli slogan altisonanti in camera per il resto del mese (perchè diciamolo, a marzo li avete già nascosti tutti) mi inquieta e mi fa perdere pure il sonno.

6) Il completino intimo
Bene, argomento spinoso. Durante l'inizio di febbraio le vetrine dei negozi di intimo (sia per lui che per lei) si riempiono di completi che farebbero impallidire il più fornito sexy shop. Voi, ignari del pericolo dietro l'angolo, comprate un completo dopo aver spiato le varie misure della vostra compagna. Quando consegnate il regalo e lei lo scarta ci sono due possibilità: lei impazzisce, lo indossa e passerete l'unica notte di pazzie o lei impazzisce, urla frasi come "guarda che non sono una troia", "se voglio certe cose me le compro da sola" e voi andrete in bianco. A voi la scelta.

7) Cioccolatini
Se si è di corsa sono il salvavita. 
Rileggete con calma ed attenzione la frase qua sopra e riflettete, ma riflettete bene.

8) Compilation con canzoni d'amore.
Ok, non sono completamente contraria, ma solo se le canzoni hanno un senso e sono tate importanti per voi due come coppia. Mettere "Always", "I don't wanna miss a thing" e compagnia bella in ordine sparso in un cd vanificherà tutto e se lei non capirà come quelle canzoni possano avere a che fare con voi siete nei guai.

9) Essere sdolcinati e mielosi "perchè se non lo fai oggi, quando lo fai?"
No, no, no, no. Un conto se lo siete tutto l'anno, ma se per un giorno iniziate a fare i "gattoni che fanno le fusa" la vostra lei potrebbe chiedersi se non vi sia venuto un embolo e potreste passare, nella peggiore delle ipotesi, una notte al pronto soccorso.

10) Fare la grande proposta / sposarsi "nel giorno più romantico dell'anno".
Questo è il più grande clichè su San Valentino.
Vi prego! Sono due tappe importanti della vita di qualcuno, dovrebbero essere momenti speciali.
Vi propongo un esperimento: andate in un ristorante che offre un "menù di San Valentino" e contate gli uomini in ginocchio o le donne fuori controllo.
Per quanto riguarda il matrimonio: c'è la coda. Rischiate di sposarvi il 14 febbraio....2016 (o peggio).

N.B per le lettrici di sesso femminile: mettete i femminili al posto dei maschili e i maschili al posto dei femminili; questo post è anche per voi.

Dopo questo decalogo forse vi siete chiesti: cosa faresti tu?
Non ho mai sentito questa festa come fondamentale, quindi per cui sono abbastanza restia a tutto quello che la riguarda. Posso darvi un consiglio però: non siate artificiosi, siate genuini e naturali; noi donne preferiamo stare su divano con voi a vedere un film per la centesima volta piuttosto che finire nel ciclone San Valentino.
Se volete fare qualcosa fatela con il cuore, sarete ricompensati.

lunedì 31 dicembre 2012

I buoni propositi non fanno per me.

Nota dell'autrice: non è un post sulle 10 cose da fare a Capodanno, almeno per oggi ve lo risparmio.

Eccoci qua!
Dopo un periodo di latitanza (ovvero, poca ispirazione per scrivere cose senza sensa) sono tornata, giusto in tempo per fare una specie di bilancio del 2012 e provare, per l'ennesima volta, a promettermi qualcosa per il 2013 che sta per iniziare dopo la minaccia Maya.

In barba ai Maya, noi siamo ancora qua.


Non sono mai stata buona con i "buoni propositi per l'anno nuovo", la forza di volontà lì vacilla.

Il 2012 è stato un tornado di emozioni forti, che mi hanno fatta stancare, piangere ed esultare di gioia; è stato l'anno della fine di un ciclo (la laurea triennale presso la IULM) e l'inizio di un altro (la specializzazione in Statale), che in un modo o nell'altro mi ha fatto crescere, quasi cambiare.

Nel 2012 ho capito, fatto, imparato tante, troppe cose; ho il cervello che ribolle di informazioni, immagini, emozioni.

Ho allontanato persone presenti nella mia vita in modo doloroso e straziante.
Ho provato tantissima rabbia che sto imparato, grazie a sapienti consigli, a controllare.
Ho quasi imparato a non portare rancore; ci metto un pò, ma poi lascio andare tutte le cose negative e vivo decisamente meglio.
Ho imparato ad amare, senza riserve chi mi sta intorno (con dei grossi spintoni da parte del mio compagno di avventure e dei miei 2 adorabili nipoti).
Ho imparato a credere ancora di più in me stessa; se mi impunto non mi ferma nessuno, posso arrivare dove voglio.
Ho affinato la gioia di aiutare (certo, sono ancora pigra, ma piano piano si migliora).
Ho adottato la voglia di fare, che va a giornate alterne.
Ho tenuto stretti a me i miei fasci di nervi, che saltano come niente al primo sentore di "cose che non mi piacciono" (non si può essere solo buoni, vero?).

(Sono anche caduta in un tombino mentre scalavo le Dolomiti, però questo toglie serietà al post :D)

Potrei andare avanti per ore, ma quello che voglio dirvi è che questo 2012 non è stato facile, ma è stato cruciale per me; non dico di essere diventata un'adulta coscienziosa tutto d'un botto, ma piano piano sto facendo dei passettini in quella direzione (poi vabbè, vacillo anche io trasformandomi in un'adolescente scatenata di fronte ad una certa band inglese).

Luglio 2012: Dottoressa in Comunicazione, Media e Pubblicità
Luglio 2012: in versione montanara/educatrice ad Imst (prima del tombino)
Agosto 2012: i "gattini" al tramonto a Castelsardo
Settembre 2012: la bontà che disarma al Sermig di Torino

Dicembre 2012: solo l'amore resta con i nostri Ado 

Natale 2012: Io e i miei adorabili nipotini Viola e Filippo.

Dopo la carrellata di cose buone e/o cattive (dipende dai punti di vista, come sempre) e di foto, voglio farvi degli auguri sinceri per il 2013 che arriva, spero possa essere sempre in salita, per tutti.
Auguri e piano con l'alcool stasera.






mercoledì 14 novembre 2012

Uomini (e ho detto tutto).

Non vorrei cadere nell'ovvietà di un post sugli uomini, creature strane senza le quali sarebbe difficile (e noioso, ammettiamolo) vivere.



Mi sono dedicata all'osservazione di questi soggetti (da mio padre al conoscente più lontano) e ho notato dei comportamenti strani, che segnano in modo permanente le ENORMI differenza tra i due sessi.


  • Lavatrice, questa sconosciuta.
Siamo nel 2012, il 2013 si avvicina. Il nostro uomo è in grado di resuscitare un computer solo guardando con cattiveria i fili, è capace di far fare cose mirabolanti al suo preziosissimo smartphone, ma la lavatrice rimane un modo estraneo, sconosciuto e terrorizzante per l'uomo.
Eppure non è così difficile: bisogna mettere il bucato sporco, mettere il detersivo nell'apposita vaschetta, impostare la temperatura (e per i più bravi e temerari c'è lo step successivo: impostare la forza della centrifuga) e far partire il carico.
L'ultima volta che ho assistito ad un "masculo lavaggio" ero a casa del mio ragazzo. Temerario come non mai decise di mettere l'ammorbidente, ma sbagliò vaschetta. Risultato? Ammorbidente su tutto il pavimento del bagno; da quel giorno non si avvicina neanche al "mostro".

  • La spesa a modo mio.
Sul capitolo spesa potrei scriverci un libro. Mio padre è l'esempio perfetto per descrivere il fenomeno.
Se noi sesso femminile ci inoltriamo in un supermercato abbiamo sì in testa una pseudo-lista della spesa, ma ci guardiamo lo stesso intorno, pronte ad aggiungere bene anche non in lista per le dispense casalinghe.
Ecco, uomini come mio padre (e il mio ragazzo e i miei amici: l'unico che si salva è mio fratello) sono il perfetto esempio di uomo che fa la SUA spesa.
Ogni volta che entra nel supermercato va dritto per dritto sulle cose della SUA lista, sfrecciando come un matto tra le corsie e raggiungendo l'obiettivo (cassa) a tempi record; poco importa se a casa manca anche l'ossigeno, se ci sono tuc-arance-latte-marmellata lui è tranquillo per tutta la settimana.

  • Le cose dimmele mille volte, che tanto non me le ricordo.
Il nervoso che mi sale scrivendo questo punto è incredibile. Non importa quante volte dirai qualcosa ad un uomo (e voi lettori maschi non fate i santarellini dicendo "io non sono così", perchè lo siete), lui se la dimenticherà. 
Non importa la gravità dell'informazione - da "mi devono operare" a "prendi il pane per piacere?"-, l'uomo la dimenticherà e cadrà dalle nuvole quando gli si ricorderà il tutto. Noi ci arrabbieremo e loro ci marchieranno come isteriche, come "signorina perfettina", facendoci infuriare sempre più.

  • Lo aggiusto io, cosa vuoi che sia.
Che il cielo ci salvi. Non c'è dubbio, i maschi sono più bravi a mettere a posto le cose, ma sono anche più bravi a rinfacciare il fatto.
"Abbiamo bisogno di un nuovo mobile". Detto fatto, verrà costruito grazie alla sua abile arte del fai da te; fa niente se è storto, brutto e pericolante "se non ci fosse non sapremmo dove mettere queste cose".
Già, se non ci fosse ci sarebbe una cosa brutta in meno nel mondo.

  • Elettrodomestici alieni
Benchè il maschio sa camuffarsi bene in cucina, metà degli elettrodomestici nel resto della casa gli sono avversi e alieni.
Primo tra tutti il ferro da stiro. Perchè? Ci si brucia.
Non parliamo dell'asciugatrice, del mixer, del frullatore, delle piastre per capelli...insomma, poveri maschi, vivono in un mondo fatto di cose strane e noi (secondo loro) non aspettiamo altro che spiegarli come funziona (quando noi probabilmente ci siamo arrivare con l'intuito).

Potrei andare avanti anni su i punti deboli dei nostri amici maschi, ma credo che riuscirei a superare il massimo dei caratteri disponibili.
Per quanto però possano essere irritanti, limitati e goffi, gli uomini ci piacciono così; anzi, se fossero tutto i contrario di quello che sono perderebbero tutto il loro fascino. Insomma, uomini, li detesti, ma non potresti vivere senza. Che vita!

sabato 3 novembre 2012

10 cose sullo studente universitario.

Eccoci qua! Torna l'appuntamento con la rubrica (di discreto successo visto le statistiche) "Le 10 cose", anche se questa volta non sarà un elenco di cose da non fare, ma un elenco di frasi e pensieri che caratterizzano un personaggio un pò bizzarro: lo studente universitario.

Devo ammettere che questa volta, visto il tempo e il periodo in cui mi trovo, non è stato molto semplice fare ironia su un qualsiasi comportamento e/o situazione umana, ma ci provo lo stesso (e mi piacerebbe vedere tanti vostri commenti su questo povero e spoglio blog, so che ci siete ;D).

10 cose sullo studente universitario (che lui sa, ma che fa finta di non sapere)




Lo studente universitario è per natura effimero, sai che c'è, ma non lo vedi perchè o è rintanato in biblioteca o è in coma dalla sera prima.
Rientrando anche io appieno nella categoria, posso dare qualche consiglio sulle cose da non fare (cose che invece lo studente universitario medio fa non sentendosi minimamente in colpa).

1) "Oh, quest'anno seguo tutte le lezioni. Piuttosto non dormo, ma le seguo tutte"
Ogni anno accademico lo studente universitario medio si ripromette di essere ligio al suo dovere accademico, pensando (giustamente) che lo sforzo del seguire le lezioni verrà ripagato sul carico di studio per l'esame finale.
Questo buon proposito viene mantenuto per le prime tre settimane, poi la forza di volontà viene meno; che sia il freddo che caratterizza l'inizio del primo semestre o la comodità del proprio letto, lo studente universitario medio inizia a mollare il colpo, iniziando a mollare qualche lezione e arrivando alla fine dell'anno con il marchio di non frequentante pigro.

2) "Devo andare in segreteria a chiedere..."
Una delle frasi più dette dallo studente (e anche una delle più temute). Dovete capire che la segreteria studenti di un'università è un buco nero, dove lo studente è sbattuto da una parte all'altra per mancanza di informazioni.
La prima volta che la si conosce è per via dell'immatricolazione, che normalmente va via liscia, lasciandoti in testa la convinzione che sarà sempre così. Con queste aspettative altissime si va la seconda volta e si viene travolti da un mondo strano, fatto di code e di personaggi strani che normalmente non sanno mai darti risposta rispetto a quello che chiedi. Lo studente medio teme con tutto sè stesso la segreteria, perchè sa che uscirà stanco e incazzato e pronto a bruciare l'intero Ateneo.

3) "Mi iscrivo al gruppo del corso di laurea su Facebook, magari possiamo scambiarci consigli"
Ignari del rischio, noi studenti ci iscriviamo a questi gruppi per cercare conforto, ma normalmente ci vengono crisi nervose alla visione della nuova notifica.
Il gruppo di un corso di laurea è un campo minato pieno di annunci di "vendo libri"/"cerco libri", ma soprattutto è pieno di post angoscianti su esami e professori che ti fanno pensare "ma perchè non sono andato a zappare la terra?"

4) "Quest'anno studio giorno per giorno, se no non ce la faccio più"
Insieme alla frase numero 1, questa frase è la più detta (e la più utopica) di ogni tipo di studente.
Fin dalle elementari ci hanno bombardato con questo metodo di studio, ma forse solo uno studente su 10 recepisce il messaggio; fino alle superiori ce la si cava con il metodo "tutto all'ultimo", ma all'università esiste una vera e propria disciplina atletica nella corsa allo studio dell'ultimo minuto. Interi libri di 500 pagine registrati nel cervello grazie a riassunti di 10 pagine. Il risultato varia in base alla sicurezza dello studente.

5) "Vado a prendere i libri, ci metterò 5 minuti"
Beati coloro che ci credono. Avete presente le code nei ristoranti/fastfood/bar all'ora di pranzo? Nelle librerie limitrofe ad un Ateneo è la normalità, a QUALSIASI ora del giorno. Non ci si metterà mai 5 minuti per comprare un libro, lo si pensa per non cadere nella vera tristezza della coda in libreria.

6) Il giorno prima dell'esame, versione "Domani ho l'esame, ma un giro con gli amici lo faccio lo stesso"
Ecco lo studente rilassato che è consapevole di ciò che lo aspetta il giorno dopo (ovvero, non sa molto e non gli interessa). Il "giro" con gli amici dovrebbe essere un'uscita veloce per smorzare la tensione, ma si trasforma in un'uscita alcolica che provoca un grandissimo dopo-sbronza e conseguente lentezza r/o malessere il giorno dopo.

7) Il giorno prima dell'esame, versione "Domani ho l'esame, studierò tutta la notte"
I paranoici. Questi studenti vivono nell'ansia, dormono 3 ore al giorno e studiano 15 ore al giorno. Il giorno prima dell'esame sono talmente ossessionati da non dormire, da ripetere gli appunti per tutta la notte.
Esiste anche lo studente fannullone, che spera nel miracolo leggendo tutta la notte appunti che doveva leggere durante il semestre (vedi punto numero 4).

8) Il giorno dell'esame.
Il giorno dell'esame è un giorno particolare nella vita dello studente. Il soggetto vacilla in continuazione tra vari e diversi stati d'animo: ansia, panico, sicurezza, euforia, ansia nuovamente, panico incontrollabile, rassegnazione e (a seconda del risultato, ma ne parleremo più avanti) euforia alla stelle o voglia di morire.
Come si può capire, il giorno dell'esame è praticamente impossibile poter parlare con uno studente universitario, ma stranamente è il giorno più proficuo per la socializzazione tra studenti: si creano alleanze temporanee che puntano al successo per tutti gli interessati.

9) Il dopo esame.
Come già anticipato prima, il dopo esame è un momento delicato per lo studente.
Se l'esame è andato bene si vive una grande euforia; ci si sente i capi, i migliori ed improvvisamente ci si sente più liberi (non importa che era solo uno dei 4 esami della sessione, ci si sente davvero i più forti), più positivi verso il proprio futuro.
Se l'esame va male, il mondo diventa un posto angusto e brutto; il nostro futuro si allontana, la sicurezza in se stessi vacilla e si inizia a temere la materia e si inizia a non credere nelle proprie capacità.
Il mood da "dopo esame" finisce per tutti e due nello stesso modo: al bar, con gli amici, per festeggiare o dimenticare.

10) "Massì, vado fuori, faccio presto che domani ho lezione"
La grande bugia. Non si sa perchè, ma deve esistere qualche forza estranea e tremenda che trattiene fuori lo studente. Non ce la si fa, è qualcosa più grande di noi e contro cui non vale neanche la pena combattere: lasciatela vincere, tanto al massimo vi fate passare gli appunti.

giovedì 25 ottobre 2012

Noi, giovani anziani.



Non giriamoci troppo intorno: i giovani d'oggi sono peggio dei loro nonni quando si tratta di dolori e affini e purtroppo non sto scherzando in quanto anche io rientro appieno nella categoria dei "giovani vecchi".

Nella foto: un gruppo di giovani anziani.


E' sempre più comune trovare un ragazzo sulla ventina che si lamenta di dolori articolari che neanche mia zia 104enne ha; "le ginocchia sono a pezzi", "ho la schiena bloccata", "la cervicale mi sta facendo impazzire" e chi più ne ha più ne metta.

Io gioco nel team "cervicale forever" e "le giunture non mi reggono più". Ho solo 23 anni e soffro di dolori che normalmente arrivano superata la cinquantina. Soffro regolarmente di mal di testa lancinanti, di collo (ovviamente) bloccato, di schiena a pezzi e bloccata per una buona parte dell'anno e di ginocchia/caviglie che cedono ad ogni cambio di tempo. Insomma, sono un bijoux di ragazza.
Ovviamente come ogni buona discarica ambulante che si rispetti, vivo in farmacia (e purtroppo non è un modo di dire, ci vivo sul serio).

Come i veri anziani con i dolori, anche noi giovani anziani ci dividiamo in due categorie:
1) chi fa uso ricorrente di medicinali (omoepatici e non ) anche per la pellicina del dito che si strappa;
2) chi fa lo stoico, dicendo che prendere l'aulin con regolarità a 23 anni sia l'inizio della fine.

Nella foto: una parte della mia personale scorta (perennemente in aumento)

Io, come si può ben capire dalla foto precedente, parteggio per il primo team: ho una soglia del dolore molto alta, ma onestamente se posso evitare di arrivare alla mia soglia più alta sono felice. Ok, avete ragione, non bisogna bombardarsi di farmaci, ma insomma, meglio soffrire o stare bene (anche se all'inizio un pò intontiti)?

A voi l'ardua risposta (io intanto prendo il Buscofen perchè, cari ometti, una donna in questi giorni HA necessariamente bisogno di farmaci).

Comunque non sono una rara eccezione della ventenne sfasciata: più della metà dei ventenni che conosco io ha qualche acciacco propriamente da non ventenne; come dire che siamo una gioventù sfasciata. Se penso che solo la scorsa domenica sono caduta sulle ginocchia e oggi, giovedì, fanno ancora male capisco quanto ormai sono più anziana che giovane ventenne.

Corro a comprare il cuscino per la cervicale che mi sta facendo impazzire, ci rivediamo la prossima volta con la rubrica delle 10 cose da non fare.
Viva le farmacie!